Ma non siete capaci

LA STORIA

Lilli (Liliana) e Lollo (Lorenzo), gemelli undicenni milanesi, hanno come compito dalla professoressa d’Italiano uno scambio di lettere con “amici di penna” di una scuola di Cagliari.

Attraverso questi scritti, a cui uniscono dei disegni, Lilli e Lollo raccontano la vita della loro famiglia con punti di vista e sentimenti diversi.  

I ragazzi, all’inizio, vivono in un appartamento lussuoso nella City Life, coi genitori e la sorellina Angelica di quattro anni. Ma qualcosa sta cambiando.

Nelle lettere raccontano gli eventi che, in poco tempo, rivoluzionano le loro certezze e minano la  loro serenità. Vedono i genitori dare segni di insofferenza reciproca. La mamma a volte piange, il papà spesso è assente. I regali diminuiscono, non si va più al ristorante, si parla di cambiare casa. Sono segnali che mettono in allerta i bambini. A un certo punto Lilli, Lollo e Angelica vengono allontanati da casa e mandati dai nonni a Spotorno. Spiano i discorsi dei grandi, si fanno mille domande, e ognuno si dà le sue risposte. Hanno paura che ci sia di mezzo un tradimento. Ma la verità, alla fine, gli viene spiegata: il padre è diventato dipendente dal gioco, è sommerso da debiti e sta rovinando se stesso e la famiglia.

I genitori, in crisi profonda, dicono ai figli che si stanno separando. La casa di Milano viene venduta, i bambini e la mamma si trasferiscono in una villetta a schiera a Bareggio (paese vicino alla cittò), il padre va a vivere in uno squallido monolocale.

I figli reagiscono a modo loro: Lollo diventa aggressivo, va male a scuola; Lilli mangia poco, è nervosa;

Angelica esprime la sua sofferenza con disegni, e la sua disapprovazione con parole infantili ma profonde: “Gli zii litigano ma stanno lo stesso insieme. Ma voi non siete capaci.”

Il padre si rende conto che sta danneggiando i suoi bambini, detesta la sua vita da single, e infine accetta di rivolgersi a un Centro in cui degli psicologi possono aiutarlo a uscire dalla ludo-dipendenza.

Ho scelto la forma epistolare per evidenziare come gli stessi eventi possano essere vissuti dai bambini in modi diversi, a seconda del carattere e dell’età.

Il mio breve romanzo è rivolto a preadolescenti e ai loro genitori. Per divertirli e farli riflettere.

Lunedi 4 novembre 19

Ciao, Do. Ho finito i compiti e ho voglia di stare con te. C’è così tanta nebbia che non si vede niente dalla finestra. E sono un po’ annebbiata anch’io, stanotte ho dormito poco. Magari perché ho sentito la mamma dire al telefono alla nonna che forse dovremo cambiare casa, ci servono soldi e le spese sono troppo alte. A me piace tanto la mia casa. Sulle pareti della mia camera la mamma ha dipinto cespugli di glicine fiorito che sembra vero, e la stanza di Lollo sembra il mare, con delfini, cavallucci marini, rami di corallo e gabbiani che volano. Quando lei aspettava Angelica l’ho vista coprire i muri della stanzetta con farfalle di tutti i colori. Ci ha messo un sacco di tempo, aveva una pancia enorme, ma si vedeva che era proprio felice. Se cambiamo casa deve fare tutto daccapo? E se la prendono più piccola, non ci staranno tutti i miei peluche, e i libri, e i giocattoli di Angelica, e tutto il Lego di Lollo. Uffa! andare a nanna nella sua stanza, lei mi si è rannicchiata addosso e ha detto “Ha agione il piccolo pincipe: i gandi sono molto molto stani”. Si è messa a piangere, e allora l’ho tenuta a dormire con me. Buona notte, Do . Lilli

                            

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